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I giganti della discarica di Peccioli |
Questa estate ho avuto l'opportunità di visitare il comune di Peccioli in provincia di Pisa, un comune che ha puntato tutto sull'arte, ricevendo anche la nomina a Borgo dei Borghi 2024. Tra le stradine della cittadina medievale e quelle delle frazioni è possibile compiere un itinerario tra istallazioni e opere d'arte contemporanea. Di tutto questo lavoro organizzativo sono stato colpito in particolare da due cose: la "discarica d'arte" e un'opera esposta in una delle stradine di Peccioli.
La "discarica d'arte" è un'iniziativa atta a valorizzare un luogo dove nessuno vorrebbe andare. Qui il comune ha pensato bene di allestire una serie di istallazioni. Sul posto è stato creato una sorta di anfiteatro e un percorso di visita. L'operazione ha un intento nobile, peccato che in fondo ci sia un limite a tutto. Perché nel corso della visita non si può non rilevare il fatto che l'aria sia pregna della puzza dei prodotti della discarica, e per quanto il luogo sia stato camuffato (è sempre una discarica) di certo una volta visto non induce a tornarci...
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Discarica di Peccioli |
Tra le stradine di Peccioli invece si incontrano diverse istallazioni d'arte che arricchiscono la visita all'antico borgo. Tra tutte le opere presenti segnalo la rielaborazione di una Madonna con bambino del pittore rinascimentale Neri di Bicci. Questa rivisitazione (di cui non ho trovato alcuna indicazione in merito all'artista o presunto tale) presenta sovrapposta all'originale una coloritura accesa, tipo pop art, con volti deformati e frapposti sul volto della Vergine e di Gesù bambino. Un volto fa persino la linguaccia e nel manto si nota la presenza di una faccia simile a quella di Topolino o di un personaggio tipo un pagliaccio.
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Madonna con bambino |
Queste due opere su cui mi sto soffermando sono perfettamente indicative dello spirito del tempo. Da una parte la volontà di riutilizzare, riciclare e/o rigenerare spazi altrimenti inadatti a qualsiasi forma di frequentazione, come quella di una discarica. Dall'altra la volontà di rielaborare una rappresentazione sacra in chiave moderna. L'artista infatti frapponendo queste figure beffarde sceglie di "rovinare" la bellezza e il messaggio essenziale del dipinto per mostrarne un altro. Ma questo messaggio esprime certamente una sensazione di disagio se non di sberleffo al messaggio precedente. La ragione per cui queste opere esprimono perfettamente lo spirito del tempo risiede soprattutto nel fatto che ne capovolgono il senso originario.
Le istallazioni in questo caso cercano di mostrare una presunta bellezza laddove non è possibile trovarla, anche perché è il luogo stesso a suscitare ribrezzo. Ma in quanto uomini del nostro tempo siamo abituati a qualsiasi forma di provocazione che diventa poi di pubblica fruizione.
La Madonna con bambino invece ci dice molte più cose. Ad esempio che il valore della fede, della religione e del cristianesimo non trova più alcun riscontro nella vita moderna. Questa immagine infatti è di fatto desacralizzata nel suo messaggio. Va aggiunto il fatto che nel tempo attuale su cui si pone sempre l'enfasi sul rispetto delle minoranze e dei principi di inclusività, tutto ciò trova riscontro solo per alcune cose e non per altre. Se infatti si fosse sminuito il valore di un'altro simbolo oggi vivo e importante per la società attuale, quest'opera sarebbe stata subito censurata, soprattutto perché approvata da comitati e da processi di natura politica. E' necessario dire che il principio su cui si muove il mondo dell'arte e dello spettacolo è quello di lanciare messaggi ormai diventati fini a se stessi, perché fondati su valori resi parziali. Questi valori vengono plasmati in funzione di gruppi, lobby e associazioni che hanno più voce in capitolo tra i media e la società in generale. Il messaggio religioso, in questo caso, interessando l'ormai minoranza di cattolici non trova la medesima attenzione degli altri e viene calpestato.
In questo meccanismo del mondo dell'arte che prevede una tensione verso tutto ciò che fa scandalo e provocazione, si evidenzia l'assenza di principi morali concreti. Infatti se la tanto decantata inclusività è appannaggio di alcuni settori e non di altri, non è possibile considerare ciò un valore vero. Anzi potremmo dire che i presunti valori ripetuti sino all'ossessione dai media, tendono di fatto a scimmiottare il messaggio iniziale. Le operazioni artistiche quindi e l'arte più in generale, se osservata con questa ottica, diventa lo specchio di uno spirito del tempo che ci pervade e da cui è possibile intuire dove la società Occidentale nel suo complesso si stia muovendo.
Davide Mauro
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