In Italia esiste una netta maggioranza di cittadini contrari all'invio delle armi all'Ucraina perché spaventati dal rischio di un coinvolgimento diretto a una guerra contro la Russia, esiste anche una fetta di persone che non approva la narrazione ufficiale sulle cause del conflitto. Infine c'è un atteggiamento storico che ci impedisce (in quanto italiani) di vedere i russi come nemici. Senza voler entrare nel merito della questione, l'aspetto inquietante è come i media e la stampa, nella quasi totalità, trattano l'argomento schierandosi senza se e senza ma per il sostegno bellico.
Il giornalista mostra senza ritegno persino le immagini del lancio di una di queste bombe a frammentazione in una spiaggia di Sebastopoli in Crimea, sotto gli occhi dei bagnanti che fuggono. In quell'occasione non ci furono morti, se non alcuni feriti, e La Repubblica invece di nascondere questo episodio piuttosto imbarazzante, lo spaccia come una dimostrazione di forza: quella di lanciare bombe illegali contro civili inermi.
Lo sdegno per questo video è palesato dai commenti sottostanti che non risparmiano ogni sorta di improperi. Noi sottolineiamo un dato già noto, ossia quello che la stampa non sia libera, ancor più oggi rispetto a ieri perché immersi in clima di contrapposizione. Ma soprattutto che un servizio come questo somigli spaventosamente a un vecchio cinegiornale dell'Istituto Luce (che nel 2024 ha compiuto cent'anni). Se quei documenti oggi li guardiamo con distaccata compassione,perché allora erano costretti dall'influenza del regime fascista, oggi che tipo di compassione si dovrebbe applicare?
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