18 febbraio 2025

Genesi e fortuna del "Bal au moulin de la Galette" di Renoir


Bal au moulin de la Galette fu il primo quadro a rappresentare il locale del Moulin de la Galette di Montmartre. Pur di rappresentare questo soggetto Pierre-Auguste Renoir decise di cambiare casa, spostandosi vicino alla rue Lepic, dove ancora oggi si trova. In questo modo potè lavorare sulla grande tela direttamente all’interno del locale cogliendo gesti e movenze dei clienti, ma soprattutto gli effetti luminosi prodotti dalla luce del sole che penetrava sulla sala da ballo. Quest’opera avrà una certa influenza anche su altri artisti, ma soprattutto immortala un momento gioioso di vita parigina.
In questo articolo raccontiamo la genesi dell’opera e ne analizziamo i contenuti.

Nel 1876 Renoir decide di dipingere un quadro presso un locale allora in voga, il Moulin de la Galette. Il nome del locale nasceva dalla presenza di due vecchi mulini a vento che si trovavano in Rue Lepic presso il quartiere di Montmartre a Parigi. L'amico di Renoir Georges Rivière, pittore e critico d'arte che diresse anche il giornale «L'Impressionniste», nel suo libro Renoir et ses amis (pubblicato nel 1921) racconta così il posto: 

Il Moulin era il luogo di ritrovo abituale delle famiglie operaie di Montmartre. Genitori e bambini piccoli sedevano ai tavoli, mangiavano dolci, bevevano vino o birra, mentre le ragazze ballavano scatenate fino all'ora di cena. L'elemento femminile del Moulin non era composto solo da queste oneste ragazzine. C'erano anche parecchie giovani donne che non si professavano virtuose, ma erano lì, come le altre, per il piacere di ballare, senza nessun altro scopo.

La scelta del luogo fu parecchio influenzata dal fatto che veniva frequentato dagli amici di Renoir e da diverse modelle che gli avrebbero facilitato l'esecuzione dell'opera. Rivière stesso fa notare che in precedenza Edgar Degas aveva creato quadri presso il locale di Nouvelle-Athènes, il circo Fernando (che in futuro verrà sfruttato come soggetto anche da Picasso) e altri caffè-concerto di Montmartre, ma nessuno fino ad allora aveva pensato al Moulin de la Galette. Per realizzare quest’opera Renoir decise di affittare un alloggio a Montmartre non troppo lontano dal locale. Dopo aver visionato gli immobili in affitto ne trovò uno perfetto presso la Rue Cortot a circa 400 m dal Moulin de la Galette. Rivière ci descrive così l'immobile: 

L'alloggio che offrì a Renoir si trovava al primo piano, sotto il tetto, ed era composto da due stanze abbastanza grandi, arredate in modo adeguato per un uomo che non dava importanza al lusso dei mobili, nemmeno nella sua stessa casa. Le finestre si affacciavano sul giardino, che agli occhi di Renoir valeva i mobili più belli del mondo. Infine, al piano terra c'era una vecchia stalla dove il pittore poteva riporre tele e cavalletti.

Nel giardino infatti Renoir eseguirà nello stesso periodo alcuni dipinti tra cui il famoso quadro L'altalena.
Nello stesso stabile tra il 1912 e il 1926 si trasferirà la pittrice e modella Suzanne Valadon e il figlio Maurice Utrillo. Oggi l’intero edificio è stato trasformato del Musée de Montmartre che racconta la vita del quartiere.

Atelier di Suzanne Valadon e Maurice Utrillo presso il Musée de Montmartre

Una volta trasferitosi in Rue Cortot Renoir, facendosi aiutare dai suoi amici, trasferiva tutte le volte la grande tela dall'atelier fin dentro il locale. Sempre Georges Rivière ci informa di un problema che dovettero affrontare nel trasferimento: 

Ogni giorno trasportavamo questa tela da rue Cortot al Moulin, perché il dipinto venne eseguito interamente sul posto. Ciò non avveniva sempre senza difficoltà, quando il vento soffiava e la grande struttura minacciava di volare via, come un aquilone, sopra la Butte.

Il quadro ritrae una porzione del locale all'aperto con diverse figure che ballano, o discutono. Sulla destra in primo piano troviamo un tavolo, imbandito con bicchieri di sciroppo di granatina, tre amici di Renoir: Georges Rivière e i pittori Norbert Gœneutte e Pierre Franc Lamy. Uno dei tre è di spalle e conversa con due ragazze, quella in primo piano in abito a righe è Estelle, la sorella di Jeanne Samary una modella di Renoir nonché una famosa attrice di teatro. La donna in piedi, non ben identificata, poggia una mano sulla spalla di Estelle esprimendo una grande confidenza e amicizia.
A sinistra invece vediamo tagliata, come in un'inquadratura cinematografica, una donna con una bambina bionda.

La sala da ballo si sviluppa il secondo piano, con una coppia in evidenza sulla sinistra: si tratta di Marguerite Legrand nota come Margot, una giovane modella di Renoir che aveva posato in diversi quadri e che secondo Georges Riviere: “Aveva i tratti tipici della classe operaia". La modella che morirà tragicamente tre anni dopo per una febbre tifoidea ad appena 23 anni, si presenta con un abito bianco mentre balla con il pittore cubano Don Pedro Vidal de Solarès y Cardenas. Questi i personaggi riconoscibili, ma vi sono anche altri amici di Renoir nascosti tra i tanti volti come: il pittore Henri Gervex la cui tela intitolata Rolla farà scandalo due anni dopo al Salon venendo rifiutato per oscenità. Il pittore Frédéric Samuel Cordey che compare anche nel quadro di Renoir La conversazione assieme a Margot; ma anche gli amici Eugene Pierre Lestringuez e Paul Lhote.


La sala è piena di coppie che ballano, ognuna compiendo gesti diversi. Accanto alla prima coppia descritta, sulla destra, ne troviamo un'altra in cui l'uomo bacia sulla guancia la dama. A sinistra, quasi al bordo del quadro, si vede un'altra coppia seduta su una panchina dove la donna volta le spalle a un uomo che sembra tentare di giustificarsi.
Poco sopra il tavolo si vede un uomo poggiato a un albero con in testa un cappello giallo che sembra ammirare una donna, o forse la scena non visibile. Mentre di sotto, tra il corpo dell'uomo e l'albero, compare il volto di un bambino.
Sullo sfondo la scena si fa confusa, i soggetti sono indistinti, ma si nota il palco con l'orchestra e i lampadari che pendono dall'alto.

La tela raffigura un momento di vita gioiosa a Parigi, un locale dove la gente si incontra, balla, scherza e conversa. L'opera è dipinta con la luce solare i cui raggi cadono come chiazze chiare sugli abiti e per terra. L'effetto luminoso è particolarmente vivace e a tratti fa pensare alle luci proiettate delle discoteche, tanto da esprimere al massimo il senso del colore e della luminosità.

L'opera fu presentata alla terza mostra degli Impressionisti del 1877 suscitando un'accoglienza contrastante. Un critico del giornale «Moniteur Universel» criticò le figure descrivendole come: “…su una superficie simile alle nubi violacee che oscurano il cielo in un giorno di tempesta”. Mentre l'amico Rivière, fu ovviamente di tutt'altro avviso scrivendo: “Una pagina di storia, un momento prezioso della vita parigina, di rigorosa esattezza”.

Gustave Caillebotte, Autoritratto (1892)

Nel 1879 il quadro entrò a far parte della collezione del pittore impressionista Gustave Caillebotte, anch'egli amico di Renoir, fino all'anno della sua morte avvenuta nel 1894. Nel 1896, l'opera venne acquisita dal musée du Luxembourg di Parigi per essere spostata al Louvre nel 1929, e infine trovare collocazione al museo d'Orsay nel 1986.

Esiste una versione più piccola del quadro sempre dipinta da Renoir che per anni è stata di proprietà di un americano, finché nel 1990 venne venduta in un'asta per 78 milioni di dollari al giapponese Ryoei Saito. Questi divenne famoso non solo perché si era aggiudicato l'opera a un prezzo particolarmente elevato, ma perché aveva acquisito anche un'altra opera impressionista il Ritratto del dottor Gachet di Vincent van Gogh. Lo scandalo derivava dal fatto che questi aveva espresso la volontà d’essere cremato assieme a queste due opere d'arte subito dopo la morte. Quando morì si persero le tracce facendo sospettare il peggio, tuttavia emerse l’informazione che le opere erano state acquisite da due privati.  


Il Moulin de la Galette verrà poi riprodotto da altri artisti come Van Gogh, Picasso, Toulouse-Lautrec e Utrillo. Nel 1976 comparirà nella copertina dell'album A Night on the Town del cantautore Rod Stewart.
Resta comunque uno dei quadri più significativi del pittore.


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