5 febbraio 2025

La risposta corre sempre nel tempo


Evergreen! Quando si tratta di Bob Dylan il termine più appropriato è proprio questo, in quanto si tratta di un’artista a tutto tondo, che alle veneranda età di 83 anni riesce ancora a far parlare di se. Un uomo dalle mille sfaccettature che ha designato un nuovo modo di intendere la musica e da cui tanti artisti sono stati ispirati.

Per chi, come me, è una figlia degli anni 60 i miti da seguire sono stati numerosi, specie perché erano gli anni in cui la rivoluzione giovanile ha mutato gli stili e i modi di vedere di tante persone, pertanto, posso asserire di essere cresciuta a pane e cantautori ma non ho mai disdegnato la musica rock dei grandi artisti americani. Robert Allen Zinneman in arte Bob Dylan con il suo fascino irriverente e il suo innato carisma è stato, ed è ancora, uno dei miei punti di riferimento. Animata da questa certezza e da appassionata di musica e di cinema, quale io mi reputo, l’idea di assistere alla visione di A Complete Unknow mi ha subito allettata. Il regista James Mangold racconta gli esordi del giovane Dylan e del suo arrivo nella Grande Mela per incontrare il suo Woody Guthrie anima folk tra le più grandi a cui si ispirava. E’ grazie all’incontro con Pete Seeger, tuttavia, che la vita del giovane ribelle ha la svolta tanto desiderata, diventando il grande musicista che tutti conosciamo. Ma la pellicola, pur essendo un chiaro omaggio all’arte incontrastata del menestrello più famoso del mondo, pone anche lo sguardo alla sfera personale evidenziandone pregi, difetti e peculiarità. Spirito ribelle, poco avvezzo alle convenzioni, il giovane Bob Dylan, vive quasi allo sbando, non curandosi delle regole che la fama gli impone. E l’amore? Come non porre l’accento sul rapporto artistico e personale con Joan Beaz, icona femminile di un genere musicale volto ai temi sociali, con la quale il cantautore instaura un legame forte ed essenziale per il suo percorso artistico. La scena in cui insieme intonano Blowin in the wind è emozione allo stato puro, un tuffo al cuore per i nostalgici come me. La narrazione del film mette anche in risalto il rapporto son Silyie, riferendosi all’amore giovanile Suze Rotolo, la ragazza che prima di tutti gli altri ha imparato ad amare il poeta e la sua musica.


Non scende mai a compromessi Bob Dylan, fedele sempre e solo a se stesso, tutto il suo percorso è un continuo distinguersi tra le masse, è la volontà precisa di trasgredire senza far sconti a nessuno. La svolta rock, lo pone di fronte ad una scelta, quella di continuare ad essere un simbolo per tanti giovani che lo idolatravano in quanto “voce” del dissenso, o al contrario, intraprendere una carriera diversa. Schivo e attraente insieme, emblematico e geniale, Bob Dylan rappresenta l’incarnazione della leggenda, l’artista che più di altri ha influenzato la cultura americana e mondiale degli ultimi anni. 

La sua cifra stilistica si può racchiudere nella risposta che dà ad un ragazzo che gli pone la domanda: “Ma tu chi vorresti essere?“

Semplice, tutto quello che non vorrebbero che io sia…

Un uomo, un film, la sua musica, la sua arte, la vita di un personaggio a tratti scomodo ma dotato di una intelligenza rara, quella che lo fa desistere dal diventare un servo del sistema.

Bob Dylan è un genio e il testo di quella canzone da lui amata e tanto odiata (la richiedevano sempre nei suoi concerti e ciò lo infastidiva) è sempre attuale. 

La risposta, amico mio, corre nel vento e sempre lo farà. 

Caterina Putignano

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