Il ricordo di chi ha reso grande il mondo della cultura, sia essa sotto forma di pittura, musica o cinema, passa attraverso dei lavori che nascono con l’obiettivo di raccontare e far conoscere anche alle generazioni future delle figure importanti, che possano essere d’esempio per chi volesse intraprendere un percorso nel settore culturale. In tal senso, spesso, si assiste alla messa in onda di documentari che, in occasione degli anniversari di nascita o di morte degli artisti, ne tratteggiano la vita, le opere, la personalità, per mantenerne viva la memoria. È, ad esempio, il caso di Fabrizio Corallo che nel docufilm intitolato Ciao, Marcello – Mastroianni l’antidivo ha raccontato e ricordato una delle figure cardine nella storia del cinema italiano, Marcello Mastroianni.
Nel 2024, in occasione del centenario della sua nascita, va in onda su Rai 3 il documentario Ciao, Marcello- Mastroianni l’antidivo, diretto da Fabrizio Corallo con Luca Argentero e Barbara Venturato. Questo docufilm, prodotto da SurfFilm, Dean Film, Luce Cinecittà con la partecipazione di Rai Documentari, vede come sceneggiatori Silvia Scola e lo stesso Corallo ed è attualmente disponibile su Rai Play.
Questo prodotto audiovisivo, presentato alla Festa del Cinema di Roma 2024, ricostruisce la figura di Mastroianni come attore ma prima di tutto come uomo, attraverso immagini e video d’epoca, provenienti dai set cinematografici, teatrali e televisivi. Ma non mancano anche le preziose testimonianze di numerose personalità del mondo dello spettacolo che raccontano le esperienze condivise con Mastroianni in sede di lavorazione delle pellicole, ma anche e soprattutto le sue qualità umane. Federico Fellini lo definisce il suo alter ego e ricorda quanto fosse piacevole girare con lui, mentre Sophia Loren parla della stima reciproca che li legava e che si era costruita nel tempo, a partire dal loro primo incontro nel 1954 e lavorando insieme a ben 12 film. Luchino Visconti, che lo aveva notato quando era un giovane studente universitario che faceva teatro, ricorda la sensibilità e la delicatezza che lo caratterizzava; Ettore Scola parla della sua intelligenza e della sua curiosità e Dino Risi della sua semplicità.
Il documentario decostruisce, inoltre, l’immagine di latin lover che lo aveva accompagnato per molti anni, già a partire dai primi successi della sua lunga carriera. Quest’etichetta per l’attore era un qualcosa di profondamente negativo che rifiutava con assertività e in cui non si riconosceva. In tal senso, le testimonianze femminili di numerose artiste con cui ha lavorato risultano essere molto importanti. Ad esempio, per Monica Vitti Mastroianni era diverso dagli altri attori e aveva un atteggiamento molto dolce con tutti, secondo Stefania Sandrelli era un uomo che ispirava fiducia, per Ursula Andress era pieno di generosità e di tenerezza.
Per tratteggiare la figura di Mastroianni molto interessanti anche le parole, sinceramente piene d’affetto, dei suoi familiari, in particolare della mamma Ida, delle figlie Barbara e Chiara, della moglie Flora e degli altri suoi amori.
Ciò che emerge dalla visione di questo documentario è che, sebbene la sua carriera sia stata costellata da successi e riconoscimenti, Mastroianni non ha mai amato il concetto di divo o di vip e ha sempre mantenuto una rara genuinità, qualità umana indubbiamente molto apprezzata da tutti coloro che lo hanno conosciuto e frequentato nel tempo. In fondo anche il celebre critico e storico del cinema Vittorio Spinazzola, ha affermato che Mastroianni somigliava a un «povero cucciolo imbambolato e maldestro, pieno magari di belle intenzioni e fieri propositi ma in sostanza più che mai bisognoso di affidarsi a una balia», perché tutti gli uomini “normali”, lontani da qualsiasi forma di onnipotenza o di divismo hanno bisogno di una balia, di un aiuto, di un rifugio, che sia un lavoro o una passione, che sia musica, pittura, teatro, danza o cinema.
Al docufilm di Corallo va il Nastro d'Argento per il miglior documentario dell'anno 2025, uno dei più prestigiosi premi cinematografici italiani, assegnati dal Direttivo Nazionale dei Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI). Questa la motivazione:
Com’è già accaduto nella scelta di Ennio di Giuseppe Tornatore, dedicato al grande Morricone, o con Laggiù qualcuno mi ama di Mario Martone su Massimo Troisi, ancora una volta i Giornalisti, con il documentario di Corallo su Marcello Mastroianni premiano un racconto che celebra l’attore più amato in Italia e nel mondo con una ricostruzione affidata alla sua stessa voce e alle preziose testimonianze recuperate dalle memorie d’archivio di tanti protagonisti del suo tempo.
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