Quest’intervista collettiva, composta di cinque domande e di sei interlocutori, cerca di scoprire che senso abbia la religione oggi, in un’epoca di grande trasformazione per l’Occidente. Tranne una domanda sulla fede cattolica, la più importante in Italia, si è scelto un approccio molto generale, approfondendo il significato del termine “religione” senza approfondire le varie confessioni religiose. Quest’intervista non rappresenta e non vuole essere un campione statistico: sono state coinvolte persone che possono trovarsi in un qualsiasi gruppo di amici o in una qualsiasi famiglia. È quindi una libera e spontanea chiacchierata, come si può verificare in una cena o in un qualsiasi incontro con dei conoscenti.
Dipende.
Se parliamo di religione come può essere quella cristiana o islamica, non mi interessa tanto perché non mi trasmette sensazioni abbastanza profonde. Non la sento vicina. Se invece intendiamo la religione come un qualcosa che ci ispira profondamente, magari qualcosa che facciamo o a cui siamo davvero grati, allora sì. Nel mio caso sento come religione lo stare a stretto contatto con la natura, ad esempio quando vado nel mio monte preferito a passeggiare o a fare escursioni.
Quando vado là mi sento accolto, riesco a riflettere al meglio ed è come se lui mi desse dei consigli.
Quando sono in difficoltà penso a quei momenti e mi aiuta a pensare e dunque ad essere poi più felice .
Allo stesso modo quando mi rendo conto della felicità che mi dà l’amare intensamente la mia ragazza allora mi sento più vicino alla mia anima. La religione è il sentimento di amore profondo che provo. In definitiva, l’unico tipo di religione che mi interessa è quella strettamente personale, legato alle nostre credenze e passioni. In sostanza bisogna amare qualcosa o qualcuno in modo molto profondo. Dopotutto da quando sto con l’amore della mia vita e mi immergo nel “mio” monte mi sento decisamente più religioso…
(Edward, 23 anni)
Secondo te c’è differenza tra religione e spiritualità?
A parer mio, religione e spiritualità sono due concetti distinti, anche se talvolta si intersecano. La religione è un insieme di credenze e pratiche condivise da una comunità, mentre la spiritualità è per me una ricerca molto più intima e personale, un percorso che può portare ognuno di noi a scoprire il proprio senso di connessione con qualcosa di più grande. Credo che la spiritualità si nutra di riflessioni e momenti di solitudine, a differenza della religione.
Detto ciò, secondo me la distinzione tra i due non è sempre netta e, anzi, spesso le due dimensioni si sovrappongono. Personalmente trovo nella spiritualità una forma di conforto e di direzione maggiore, ma penso che entrambe, religione e spiritualità, possano essere importanti: sono modi diversi di affrontare le domande più profonde sull’esistenza e di trovare un equilibrio in un mondo che spesso ci sembra difficile da comprendere.
(Carla, 21 anni)
Hai notato un cambiamento nel tuo approccio con la religione nel corso del tempo?
Per me il concetto di religione è rimasto invariato nel tempo: fa riferimento al tentativo di spiegare il mondo e tutto ciò che ci circonda ricorrendo ad un’ entità superiore. Non è cambiato, per quanto mi riguarda, nemmeno l’impatto della ritualità di cui da sempre si nutre la religione nella vita quotidiana: il tempo delle messe, delle novene, della settimana Santa, e tutta una serie di eventi ciclici in molte famiglie, specie durante la mia infanzia, venivano vissute con molta devozione e partecipazione; nella mia famiglia non c’ è mai stata una grande adesione, neanche a livello superficiale, alle consuetudini religiose, per cui non ho mai vissuto con grande trasporto determinati cicli rituali nella quotidianità, in nessuna fase della mia vita.
(Mara, 50 anni)
La religione cattolica, oggi, che importanza e ruolo può avere?
Le religioni sono una ricerca di Dio da parte dell’uomo, mentre la fede cattolica nasce dalla consapevolezza di una prospettiva rovesciata, quella di Dio che, rivelandosi, si rivolge ad ogni sua creatura, andandole incontro. L’incarnazione di Gesù Cristo, il quale, in quanto Dio, è coeterno al Padre, e, in quanto uomo, ha assunto una natura umana per realizzare in essa la nostra salvezza, è la dimostrazione di questo anelito di incontro di ogni uomo da parte di Dio. C’è nel cuore di ogni uomo un desiderio di felicità che soltanto in Dio può concretizzarsi. Il nostro cuore inquieto non trova la gioia in paradisi artificiali che seducono ma distruggono, e, come intuiva S. Agostino, può trovare riposo e beatitudine solo in Dio. L’importanza di una vita buona secondo il Vangelo di Cristo riguarda pertanto ogni uomo e ogni epoca, perché Gesù è via, verità e vita, ed è l’unico salvatore, l’unico redentore. C’è un valore intrinseco del Cristianesimo, che ha un ruolo nella vita spirituale dei credenti ma anche nell’edificazione della società. La regalità sociale di Cristo esige delle leggi buone che rispettino il bene della persona umana e il bene comune. Il suo ruolo oggi deve essere quello di sempre: essere sale della terra e luce del mondo. Deve esortare a una vita buona, alla ricerca della verità, del bene e del bello, all’esercizio della retta coscienza; contemporaneamente, può e deve condannare tutto ciò che, andando contro l’umano, arreca parimenti un’offesa a Dio, il quale non permette tutto, ma è capace di perdonare chi, ammettendo l’errore, abbia il proposito di cambiare vita. Il fallimento di tutte le ideologie umane, che aveva illuso l’uomo di poter detronizzare Dio, di potersi sostituire a Lui, rende ancora più necessaria oggi una nuova evangelizzazione e un dialogo con ogni persona di buona volontà. (Raimondo, 48 anni)
Credi in Dio?
In questo periodo della mia vita non credo. Credo nella scienza e nella capacità dell’uomo di spiegare i vari fenomeni che ci circondano senza bisogno di un Dio. Ancora non siamo riusciti a spiegarci il senso della nostra esistenza, e spesso riempiamo questo vuoto con la divinità, con il soprannaturale.
(Maria Vittoria, 20 anni)
No, non credo in Dio o per lo meno non nel Dio che viene descritto dalle religioni presenti in tutto il mondo. Non nego la possibilità che vi sia un’entità “maggiore” che abbia creato tutto ma allo stesso tempo credo che se mai esista sia un qualcosa fuori dalla capacità umana di comprendere le cose. Credo che più si vada avanti con la scienza e conoscenza più si possano smentire le varie religioni che sono secondo me legate al passato e create da persone umane.
(Carlo, 16 anni)
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