A più di settant'anni dall'inizio del suo dominio quasi incontrastato come mezzo di diffusione di notizie ed intrattenimento, ci si può permettere di tirare alcune somme sul ruolo odierno del talk show nel dibattito pubblico.
30 gennaio 2025
I talk show e il fallimento della dialettica
26 settembre 2024
Il giudizio dell'opera d'arte
Comprendere l’importanza di un’opera d’arte non è facile, e in particolar modo per i capolavori realizzati nel passato, perché necessitano di una consacrazione continua: il pubblico è obbligato a interpretarla attraverso i suoi sistemi di riferimento morali ed estetici, che non sono gli stessi secondo cui un capolavoro è stato creato.
19 settembre 2024
Perché gli eventi di risonanza mondiale prediligono l’oscuro e il volgare?
Cosa spinge gli organizzatori di eventi di ampia risonanza ad adottare contenuti ambigui, volgari, se non palesemente satanici? Qualcuno obietterà il fatto che la tendenza alla provocazione e allo scandalo facciano parte della cultura occidentale, che artisti e scrittori nel corso dei secoli hanno avuto successo proprio perché facevano scandalo. Questa motivazione è vera, ma appare strana la crescente tendenza verso l’oscuro, il misterioso e il volgare, palesatosi di recente con lo scandalo della cerimonia di apertura dei giochi olimpici di Parigi.
16 febbraio 2023
Intervista su sessualità e giovani
23 gennaio 2023
La presunta inutilità dell’arte e delle discipline umanistiche
Perché è importante tutelare ciò che è, o appare, inutile in una società utilitarista
Tutti coloro che, per indole o vocazione, hanno scelto di intraprendere studi di carattere umanistico, devono essersi scontrati presto o tardi con l’enorme stigma che accompagna questo settore della conoscenza, nel contesto di un sistema culturale in cui la conoscenza deve essere necessariamente settorializzata. “Quello di cui ti occupi è inutile”, questo è il commento che in maniera più o meno esplicita viene rivolta a coloro che, in un tempo dominato dalla materialità, scelgono di dedicarsi a quanto è per definizione concettuale, spesso intangibile: la storia, l’arte, la letteratura, la filosofia.
8 gennaio 2023
Interviste sulla condizione delle donne
20 ottobre 2022
A proposito della democrazia della cura e dei ‘pozzi oscuri’ in cui cadono le donne
Natalia Ginzburg in un bellissimo articolo intitolato Discorso sulle donne pubblicato nel 1948 sulla rivista «Mercurio» decise di smascherare senza reticenza le false certezze di progresso e di ottimismo che avevano accompagnato l’entusiasmo della liberazione. Lo fece affrontando in modo diretto il tema della condizione femminile e parlò senza infingimenti di maternità, di cura, di figli, di paure e di sensi di colpa. Lo fece mettendoci la sua faccia e il suo cuore confessando proprio le sue paure più intime e profonde nonché la sua difficoltà nel conciliare la dimensione del privato con quella dello spazio pubblico del lavoro e dell’impegno professionale.
22 dicembre 2021
La discriminazione al tempo del Covid e il capro espiatorio di Girard
L’emergenza coronavirus con tutte le sue incertezze, i drammi e gli interrogativi sta determinando una serie di misure straordinarie da parte dei governi di mezzo mondo atte a ridurre i contagi. Nello stesso tempo stanno emergendo iniziative discriminatorie e audaci forzature alle prassi legislative. Le crescenti limitazioni poste ai non vaccinati e una spregiudicata campagna di discredito verso ogni forma critica stanno ponendo un terreno fertile allo scontro sociale. Tutto ciò avviene in un clima di generale sottovalutazione di tali fenomeni inquadrabili nel meccanismo del capro espiatorio suggerito dagli studi di René Girard.
21 giugno 2021
Prospettive e timori del Grande Reset
Se si effettua una ricerca su internet si evince che il termine Grande Reset viene generalmente associato ad un complotto delle élite mondiali a danno delle masse di cittadini. Ossia una serie di eventi atti a creare un nuovo ordine mondiale attraverso l’imposizione di nuovi valori che modificherebbero l’assetto socio-economico del secolo. Parecchi video e articoli esprimono toni apocalittici e generalmente se ne fa una descrizione esclusivamente nefasta. In questo articolo si intende bilanciare gli estremismi delle posizioni utilizzando una chiave quanto più oggettiva possibile tale da prendere in esame le principali posizioni partendo dallo status quo, provando nel contempo a caratterizzare le possibili prospettive senza tuttavia tralasciare un’interpretazione dell’autore.
12 marzo 2021
La mafia sotto casa
«La mafia [a Palermo] ha influenzato sempre la vita di tutti, e in particolar modo la mia…» con queste parole comincia il film di Pif La mafia uccide solo d’estate: istintivamente si potrebbe pensare che questa affermazione sia valida per tutti, o almeno per buona parte dei palermitani. Invece vi dico, con buona certezza, che questa affermazione la si può estendere a quasi tutta la Sicilia e quindi a quasi tutti i siciliani.
2 gennaio 2021
Il migliore dei mondi possibili: perché la globalizzazione è il minore dei mali
La globalizzazione non sarà l’ordine mondiale perfetto, ma semplicemente quello meno peggiore. Si parla sempre più spesso di “tramonto della globalizzazione”, “post-globalismo”, “crisi globale”: ma davvero esiste qualcosa di meglio della globalizzazione per dare ordine e senso al mondo?
3 gennaio 2019
Dieci anni di Elapsus
Da alcune settimane mi ronzava per testa un’idea, da quando cioè ero rimasto “orfano” di uno spazio in cui poter scrivere i primi pezzi con cui m’ero gettato, con molto azzardo, nel mondo del giornalismo. La piccola quanto modesta rivista cartacea aveva chiuso i battenti e a dire il vero i limiti d’una tiratura locale, i problemi di impaginazione e il taglio redazionale mi convincevano molto poco. Eppure quella chiusura poteva essere vista come un’opportunità... Così pensai di radunare tutti coloro che desideravano intraprendere l’avventura d’una rivista online, d’una webzine.
15 giugno 2017
MiR-941, ovvero la scoperta impossibile
6 novembre 2015
Perché il libero arbitrio va messo in discussione
In genere il libero arbitrio è mediato da una prospettiva religiosa, ed è infatti sotto questa chiave che il più delle volte i discorsi terminano, quasi non vi fosse null'altro da dover aggiungere; d'altronde non è accettabile l'idea che la propria esistenza non sia pienamente nelle proprie mani, perché ciò collide con la percezione che abbiamo della realtà.
17 dicembre 2014
La crisi del sapere umanistico
21 gennaio 2014
Babbo Natale e la favola della democrazia rappresentativa
16 dicembre 2013
La matematica della condizione umana in letteratura
20 dicembre 2012
Modernismo urbanistico: la città a misura di era
Paul Klee, Angelus Novus |
6 giugno 2012
Il fallimento della società consumista
Uno dei principali dogmi che ci hanno inculcato è che tutto ciò che proviene dagli Stati Uniti sia più bello, più moderno e migliore. L’America come ben sappiamo incarna il perfetto modello di società consumista, molto più dell’Europa e di altre nazioni sparse nei vari continenti. La way of life americana ha pervaso il nostro immaginario collettivo facendoci ritenere quello stile di vita come il più giusto, ma anche quello che garantisce la maggiore felicità. Ricchezza, benessere e successo sono tra gli aspetti che caratterizzano il paradigma dell’occidente; e seppure negli ultimi anni il mondo sia cambiato e abbia attinto anche da altre latitudini tale modello è ancora forte e incisivo. Ma se guardiamo più da vicino la realtà americana confrontandola con quella europea, ancora parzialmente distante da questa onta di omologazione, ci accorgiamo come la nostra “spersonalizzazione” culturale sia un profondo errore.
28 marzo 2012
L'identità liquida
Quando Zygmunt Bauman alla richiesta di scegliere tra l'inno nazionale polacco e quello britannico per la cerimonia di conferimento della laurea honoris causa all'Università Carlo di Praga optò per l'inno europeo, decise di non essere né vittima della città natale che lo allontanò, né di quella che lo adottò. Questo aneddoto, che lui stesso ha raccontato, apre infinite riflessioni che toccano certamente una parte importante della biografia del pensatore, ma che, d'altra parte, ispira un pensiero piú articolato ed esteso, una riflessione di piú ampio respiro: la questione dell'identitá. Nel caso di Bauman ci troviamo di fronte una soluzione umanissima, egli decide di annullare le differenze tra le due differenti identitá che lo hanno costituito in quanto uomo. Eppure nel superamento della differenza di identità si cela un tacito assenso all'assenza di identità stessa. Essere uomo e non appartenere né a questa né a quella società. Essere uomo e appartenere solo a se stessi, si potrebbe affermare secondo una chiave più spiritualista analizzando la situazione. Ma quanto é permesso oggi a noi uomini essere veramente uomini, situarci fuori dalle parti e giocare al contempo il ruolo di chi, sempre in movimento, - per scelta o per costrizione - é legato a se stesso senza, dunque, lamentare l'assenza di appartenere a qualsiasi classe, a qualsiasi denominazione geografica ed antropologica?