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22 dicembre 2024

La parabola della Vaporwave

La Vaporwave è morta, lunga vita alla Vaporwave.

Citazione, che nella sua contraddizione, riassume l’essenza di ciò che la Vaporwave è stata, è e sarà.
La Vaporwave è morta e già da qualche anno il movimento ha subito un declino inevitabile e intrinseco agli albori della sua nascita.
Lunga vita alla Vaporwave, perché nella morte la Vapor ha trovato il suo Nirvana, il suo desiderio di essere un fenomeno di passaggio senza raggiungere mai la definizione di genere Pop.
Perché interessarci di questo fenomeno? Perché per molti tratti ci permette, analizzandola, di tratteggiare una linea parallela di come alcuni tratti della società sono cambiati nel corso di quest’era digitale.
Dell’oceano Vaporwave, una vasta onda di nostalgia, distopismo e satira approfondiremo il genere musicale e estetico chiarendo quattro punti fondamentali:

  • Come è nata?
  • Perché è rimasto un genere di nicchia
  • Perché ne esistono così tanti sottogeneri
  • È ancora viva? Che fine ha fatto?

4 settembre 2023

Il ritorno dei Blur con “The ballad of Darren”

Nel nono album in studio i Blur, mai domi e sempre capaci di sorprendere, riescono a imprimere la loro creatività, la capacità di innovarsi e quello stile alternative rock così intimo, che li ha consacrati nell’olimpo della musica mondiale.

16 agosto 2023

Eric Bibb: l’emozione e l’essenza del blues

Country blues is not dead”, e menomale. Eric Bibb, versatile bluesman settantaduenne con una discografia molto ampia alle spalle, non smette di stupire, e il suo nuovo disco Ridin dimostra che, in questo mondo iper veloce e stanco di tutto, la profondità e il messaggio sociale del blues resistono e che questo genere non si è spogliato della sua vera anima.

22 giugno 2023

Le sinfonie di Haydn

Haydn

Parlando di musica classica, i compositori più noti al grande pubblico sono senza dubbio Mozart e Beethoven. Tutti hanno ascoltato almeno una volta l’Inno alla Gioia o la Marcia alla turca. Pochi conoscono però il precursore di questi due grandi musicisti, Franz Joseph Haydn (1732-1809). La sua importanza nella storia della musica è capitale: ha infatti definito modelli compositivi con cui gli autori successivi si sono dovuti confrontare. Pare strambo quindi che sia quasi del tutto ignoto all’immaginario collettivo, perlomeno italiano. Molto forse ha influito la biografia dell’artista, priva degli eccessi di Mozart e del dolore di Beethoven. La sua vita è stata infatti ricca di allegria. 

22 maggio 2023

Hanslick e Wittgenstein

Hanslick Wittgenstein

La musica è, forse più delle altre arti, soggetta a numerosi problemi di natura filosofica. Il più cocente riguarda l’estetica musicale: perché un brano è bello? Non è affatto una questione di lana caprina. Questa domanda racchiude infatti molte tematiche relative al rapporto tra la musica e il pubblico cui si aggiunge, se c’è, il contributo dell’interprete-esecutore. La risposta a un simile interrogativo potrebbe essere banale: è bello ciò che piace. In realtà, l’argomento è molto più complesso e articolato. Nessuno si sognerebbe di dire in pubblico che la Divina Commedia è brutta; alcuno, d’altro canto, la leggerebbe di sera come fiaba della buonanotte: è difficile, pesante, lunga. Eppure, conoscerla vale la pena. 

2 dicembre 2022

Bach e Il clavicembalo ben temperato


Quello che ho da dire sull'opera di Bach: ascoltatela, suonatela, amatela, riveritela e tenete la bocca chiusa.
Albert Einstein

Qualsiasi giovane pianista prende presto consapevolezza che ci saranno alcuni compositori che lo accompagneranno – o tormenteranno, dipende dai punti di vista – almeno per tutta la durata dei suoi studi (accademici, s’intende: il musicista non finisce mai di studiare). Uno di questi è Johann Sebastian Bach (1685-1750), i cui brani talvolta generano, nello studente di musica, sentimenti simili a quelli provati davanti ai Promessi Sposi di Manzoni: noia e sconforto. Come mai? Bach è un compositore molto complesso, e fin qua c’è poca differenza con autori come Chopin e Beethoven

7 marzo 2022

Oasi il singolo dei "Lamponi di piombo"


Lamponi di piombo presenta”Oasi”. Singolo uscito a gennaio 2022 con l’etichetta Believe. 

23 marzo 2021

Moments è il nuovo album di Emiliano Blangero, giovane artista del pianoforte

Emiliano Blangero

Moments è nato proprio quando sembrava non esserci più nulla, quando mi sono sentito solo e intrappolato in questa solitudine forzata. Ed è proprio in questi momenti che inizi a viaggiare con la mente e con i ricordi, e ti siedi al pianoforte cercando di rivivere quelle sensazioni ormai lontane. Moments rappresenta tutti quei momenti passati, di serenità, spensieratezza, amicizia, amore, difficoltà, tristezza, solitudine; è come se mi fossi fermato a riguardare il mio trascorso, i miei momenti passati, cercando di renderli come “immortali” attraverso la mia musica. Si parte dal Risveglio, per concludere con Lullaby under the stars, una ninna nanna sotto le stelle: descrivo una “giornata intera” come metafora del mio trascorso e del mio percorso.

4 marzo 2021

Marco Liuzzi, pianista jazz al suo album d’esordio

Earthrise

È uscito venerdì 19 febbraio “Earthrise”

È uscito il 19 febbraio Earthrise dalla Verterecords/Believe Digital, l’album d’esordio di Marco Liuzzi, il pianista Jazz contemporaneo siciliano, e brindisino d’adozione. Il titolo e l’artwork dell’album riportano alla memoria la famosa fotografia della NASA del 1968 scattata dalla Luna al sorgere della Terra. È in questo contesto che nasce un disco ricolmo di simbolismo ed interrogativi metafisici.

3 dicembre 2020

Overtone singing, canto difonico: una voce, due suoni


Spesso si sente parlare in musica degli “overtone”, ovvero degli armonici del suono. Ma cosa sono, gli armonici in un suono? Per saperlo, dobbiamo prima capire…

17 novembre 2020

Mantra: parola, preghiera o suono?

Om

Mantra è oramai di pubblico dominio, tutti sanno cosa è, cosa significa. Molti lo praticano. Addirittura è nel linguaggio colloquiale quando si dice “devi impararlo a memoria come un mantra”.
Ma siamo davvero sicuri di sapere tutto, su cosa sia esattamente, un Mantra? 

28 settembre 2020

Amelia Cuni: cantante, performer, viaggiatrice della voce


Amelia Cuni è forse la performer più conosciuta al mondo che è riuscita a coniugare la sua occidentalità con la vocalità della musica indostana. Quella che vi racconto, è una piccola parte della sua storia.

Breve biografia 

Amelia Cuni ha studiato in India per un decennio la musica Dhrupad da alcuni fra i più noti maestri nel genere indostano, fra i quali: Rahim Fahimuddin Dagar, Bidur Mallik e Dilip Chandra Vedi
Inoltre ha appreso la danza kathak, una danza classica del nord dell’india, e le percussioni.

23 luglio 2020

Dal continente India, suoni e voci da Nord a Sud

sarasvati
La dea sarasvati, la protettrice delle arti musicali
La Musica Indiana si suddivide in due grandi sotto-insiemi, geograficamente divisi come divisi sono stati storicamente dai fatti geopolitici, dalle conquiste e dalle guerre. La conquista islamica dell’India ha origine durante il Medioevo, e ha avuto le sue maggiori influenze dove potè dominare indisturbata, nel Nord dell’India. Al Sud infatti non riuscì a penetrare profondamente e dal punto di vista culturale le tradizioni e la cultura indiana rimasero poco influenzate.


23 giugno 2020

Introduzione alla musica classica Hindustani


La musica è un qualcosa di inafferrabile che porta lontano la mente ed il cuore. Con la Musica Indiana si entra dentro un universo sonoro che fa sognare un altro tempo ed un altro spazio, che sa di mistero e di saperi lontani.

26 novembre 2019

Intervista alla progressive rock band Prometheo

Prometheo

Una band a dir poco esplosiva che nasce nel 2008 dal connubio della passione per i suoni vintage degli anni ‘70 e ‘80 e i testi della mitologia greca. Una ricetta vincente che ha portato il gruppo ad essere il protagonista indiscusso di un tour locale che ha fatto tappa in importanti teatri e associazioni culturali della Puglia. Nel 2019 con la partecipazione al bando Puglia Sound Record, i ragazzi presentano il loro primo album D’un fuoco rapito, d’un giovane uomo, d’un amore insensato incentrato sulla figura mitologica di Prometeo

25 luglio 2018

Ululatori, stropicciatori, ronzatori: l’orchestra futurista di Luigi Russolo

Intonarumori

Il 21 aprile del 1914 l’orchestra degli Intonarumori debutta al Teatro Dal Verme di Milano, inaugurando una nuova stagione nella musica contemporanea. Diciotto scatole meccaniche – ululatori, rombatori, crepitatori, stropicciatori, scoppiatori, ronzatori, gorgogliatori e sibillatori – riproducono vortici di suoni simulando i rumori dell’ambiente moderno. Il bizzarro organico lascia di stucco il pubblico e indigna pesantemente gli orecchi dei “passatisti” al punto da provocare risse di pugni e schiaffi.

5 ottobre 2015

Charlando de tango: remembranza e olvido nelle letras della Nueva Guardia


Gli anni compresi tra il 1920 ed il 1940 vengono tradizionalmente definiti come il periodo della Nueva Guardia; fu questo il momento in cui emersero prepotentemente le tematiche della remembranza e dell'olvido. La malinconia, nelle sue più variegate declinazioni musicali e scrittorie, divenne il topos narrativo centrale delle letras de tango, oramai quasi del tutto scevre di quei riferimenti marcatamente sessuali che avevano pienamente caratterizzato i testi del periodo antecedente, cioè della cosiddetta Vieja Guardia. Il tango canción, "passo dopo passo", si avvicinò sempre di più ad un'appassionata e sensuale forma poetica. Di fronte alla nuova realtà urbana, gli emigranti si sentirono avvolti nel profondo da un forte e puro sentimento di nostalgia caratterizzato da un violento desiderio di ritorno, geografico ed affettivo; un volver, però, che mai vi sarebbe stato. Uno tra i brani più importanti per quanto concerne quel ricordare intenso, lacerante e doloroso, che da sempre caratterizza il tango nell'immaginario collettivo, è indubbiamente Remembranza, tango composto nel 1934 da Mario Battistella e Mario Melfi.

9 settembre 2015

“Sperimentiamo”: orizzonti contemporanei nel tango argentino


Il panorama del tango contemporaneo è stato profondamente stravolto e modificato dai cosiddetti "maestri analisti", cioè Gustavo Naveira, Fabián Salas e Mariano "Chico" Frúmboli; all'indomani dell'efferata dittatura argentina, difatti, nuove istanze e volontà d'esplorare movimenti altri si innestarono all'interno dell'universo tanguero. Interessanti possibilità tecniche derivate dal passaggio di tante ballerine dalla danza classica al tango, la commistione con filosofie mutuate dalle arti contemporanee e la curiosità di nuovi interpreti e maestri, hanno portato alla nascita di un diverso modo d'intendere questo ballo argentino, il cosiddetto tango nuevo. Apparentemente in assoluta frattura con la tradizione, ma in realtà in percepibile relazione con essa, questo differente approccio al tango/danza vede un approfondito lavoro sull'asse corporeo e sui molteplici effetti che le sue variazioni possono comportare all'interno delle dinamiche del baile. La volontà di ampliare l'orizzonte tecnico comporta a sua volta la necessità di sviluppare un abrazo aperto, mediante il quale la coppia può lavorare ampiamente in libertà, eseguendo complesse figure, continui cambi di direzione e variazioni ritmiche. Per Naveira il nuevo è in realtà la più che ovvia evoluzione del tango, un logico sviluppo derivato da un approccio, da parte degli interpreti, maggiormente consapevole e studiato, e dunque meno istintivo; egli ha profondamente analizzato la struttura più intima della danza, individuandone l'intrinseco potenziale celato e mai del tutto esplorato.


9 agosto 2015

Parole di tango: La Vieja Guardia

tango

Il tango è indubbiamente conosciuto come el baile dell'abbraccio, una danza che emoziona e appassiona sulle note di una musica in grado di evocare mondi e sentimenti dal sapore assolutamente universale. Spesso si disconosce il grande patrimonio letterario costituito dalle letras, cioè dai "testi", di tango; autori dallo scrivere assai poetico, dall'acuta sensibilità e dalle metafore ardite, hanno costellato quest'interessante produzione "lirico-canora" che, ancora oggi, è stata ben poco studiata ed analizzata.


3 luglio 2013

La violenta abitudine del niente: gli Afterhours

Afterhours

Ammettiamo che ci piace avere un aspetto pulito, fuori, mentre siamo sporchi dentro. Ammettiamo pure che ci siamo venduti abbastanza bene e che abbastanza bene mentiamo in un costante sogno di appagamento insensato. Dovremmo ora ammettere che siamo niente e che di questo niente ci nutriamo, ammettere che ci piace e che ci fa stare male. Benvenuti agli Afterhours, gruppo milanese venuto in soccorso di una generazione – quella degli anni '80 – che ha poi passato lo stesso niente alla successiva. Benvenuti agli Afterhours, perché non avremmo potuto trovare punizione più sincera e misera, così poco scontata e così putrida nei testi da farci vergognare di aver parlato di Dio per tutto questo tempo. Il vero «male» è il «miele», il dolce sapore della miseria quotidiana alla quale – ci hanno – ci siamo abituati, mentre la vera salvezza è il niente, che l'abitudine ci ha tolto. Odiamo gli Afterhours perché, dicono, non hanno gusto, non hanno più sapore, camminano sull'acqua come Cristo e poi dicono che «nulla c'è». Muoiono sani e salvi e restano sospesi e fermi aspettando, sperando, che ci sia «quello che non c'è», verità del niente.