16 gennaio 2025

L’uomo invisibile


L’uomo invisibile è uno dei romanzi più famosi di Herbert George Wells, insieme alla Macchina del tempo e La guerra dei mondi. Con i suoi romanzi scientifici scritti nell’ultima parte del XIX secolo, Wells getta le basi per quello che si svilupperà come genere fantascientifico nel corso del secolo successivo, il Novecento. Lui che aveva studiato a fondo la chimica, la fisica, la matematica, la biologia e la zoologia, concepisce l’applicazione di alcuni principi e teorie scientifiche in termini fantastici, trasferendo il tutto in ambito letterario. È importante dire che, nel contesto specifico della fantascienza, il fantastico è tale perché relativo a qualcosa che nella realtà attuale non esiste, o non è stato ancora possibile realizzare, ma che non si esclude possa appartenere a una realtà futura. È come se Wells si chiedesse: cosa potrebbe accadere se la scienza riuscisse a conseguire questo risultato? Ciò influirebbe decisamente sul futuro. Ammesso che la realtà ordinaria subisse modifiche o venisse stravolta, ciò accadrebbe sempre su basi e fatti propriamente scientifici.
È un po' ciò che sperimentano i personaggi del romanzo che vengono in contatto con l’uomo invisibile mentre la vita di tutti i giorni scorre, turbata a un certo punto da qualcosa giudicato, prima di allora, assurdo e impensabile. Prendono coscienza a poco a poco di quanto sia possibile l’eventualità che si tratti davvero di un uomo invisibile, e questa eventualità, come si capisce nel corso del romanzo dalla spiegazione che dà Griffin stesso (l’uomo invisibile), non è data da un elemento soprannaturale magico o mistico, bensì alla base vi è una spiegazione logica e scientifica. 

7 gennaio 2025

Da Corazzini a Bukowski: il poeta malinconico definisce se stesso


La malinconia è ciò che racchiude l’anima in una bolla e la solleva con le ali della nostalgia. E’ ciò che non accarezza come un giorno di sole, ma graffia come la buia notte, ispirando parole, musica e colori. Quella sensazione che l’artista cerca per poter succhiare il nettare delle sue emozioni, che si trasformano in arte. Se ne è sprovvisto, la cerca nei luoghi, nelle persone, perché ne ha bisogno, come un assetato nel deserto.
E’ ciò che Victor Hugo definisce “la gioia di essere tristi”, in queste parole si coglie pienamente la complessa essenza di uno stato d’animo così sfaccettato da essere inspiegabilmente in equilibrio tra gioia e tristezza.

2 gennaio 2025

L'istituto Luce è tornato

In Italia esiste una netta maggioranza di cittadini contrari all'invio delle armi all'Ucraina perché spaventati dal rischio di un coinvolgimento diretto a una guerra contro la Russia, esiste anche una fetta di persone che non approva la narrazione ufficiale sulle cause del conflitto. Infine c'è un atteggiamento storico che ci impedisce (in quanto italiani) di vedere i russi come nemici. Senza voler entrare nel merito della questione, l'aspetto inquietante è come i media e la stampa, nella quasi totalità, trattano l'argomento schierandosi senza se e senza ma per il sostegno bellico. 

27 dicembre 2024

Pasolini e i suoi "Appunti per un film sull’India"

Quando lo sguardo di chi vive di cultura in ogni sua declinazione si posa su un oggetto, un panorama o una persona, può venire fuori qualcosa di particolarmente interessante. Lo stesso vale quando si decide di raccontare un paese lontano, con usi, costumi e tradizioni diverse dalle nostre. Così, questo sguardo pieno d’arte è in grado di cogliere scorci, dettagli, e volti che sono propri di altre realtà e degni di essere conosciuti. L’India è un paese affascinante e complicato che è stato oggetto di attenzione da parte di uno degli uomini di cultura più completi e più importanti che ha avuto l’Italia: Pier Paolo Pasolini. Il titolo dell’opera in questione è Appunti per un film sull’India.

22 dicembre 2024

La parabola della Vaporwave

La Vaporwave è morta, lunga vita alla Vaporwave.

Citazione, che nella sua contraddizione, riassume l’essenza di ciò che la Vaporwave è stata, è e sarà.
La Vaporwave è morta e già da qualche anno il movimento ha subito un declino inevitabile e intrinseco agli albori della sua nascita.
Lunga vita alla Vaporwave, perché nella morte la Vapor ha trovato il suo Nirvana, il suo desiderio di essere un fenomeno di passaggio senza raggiungere mai la definizione di genere Pop.
Perché interessarci di questo fenomeno? Perché per molti tratti ci permette, analizzandola, di tratteggiare una linea parallela di come alcuni tratti della società sono cambiati nel corso di quest’era digitale.
Dell’oceano Vaporwave, una vasta onda di nostalgia, distopismo e satira approfondiremo il genere musicale e estetico chiarendo quattro punti fondamentali:

  • Come è nata?
  • Perché è rimasto un genere di nicchia
  • Perché ne esistono così tanti sottogeneri
  • È ancora viva? Che fine ha fatto?